«Io entrai a Firenze, Era/di notte.
Tremai
sentendo/quasi addormentato
ciò che il dolce fiume/
mi raccontava. Io
non so/ciò che dicono i quadri e i libri/
ma so ciò che dicono/tutti i
fiumi.
Hanno la stessa lingua che io ho.
Nelle terre selvagge/
l’Orenoco
mi parlava/ed io capisco, capisco/storie che posso ripetere. Ci sono
segreti miei/che il fiume si è portato,
e ciò che mi ha chiesto
io
vado facendo a poco a poco nella terra (...)».Pablo Neruda
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